NotaBene, rivista ufficiale della SISK

Presentazione di NotaBene, rivista ufficiale della Società Italiana per gli Studi Kierkegaardiani

skdrawUno degli scopi della Società italiana per gli Studi Kierkegaardiani, non l’unico, certo, ma forse il più importante, era quello di promuovere la realizzazione di una rivista che rappresentasse uno strumento utile alla comprensione dell’opera di Søren Kierkegaard. Grazie alla collaborazione di alcuni soci fondatori questo scopo è divenuto presto realtà. Dal mese di dicembre 2000, i lettori hanno potuto trovare in libreria la rivista ufficiale dell’associazione, che ha offerto e offre agli studiosi italiani un punto di riferimento per gli studi e le ricerche condotte sul pensatore danese.

NotaBene. Quaderni di studi kierkegaardiani, come recita in extenso il titolo della rivista, ha cadenza annuale. I quaderni, monografici, affrontano temi diversi, scelti di volta in volta dal comitato di redazione. Ogni numero è introdotto da una “Nota editoriale”, che ne presenta brevemente l’argomento; seguono nella sezione “Contributi” i saggi in cui il tema scelto trova svolgimento. A conclusione del volume, in appendice, sotto il titolo di “Materiali”, vengono presentate versioni di testi kierkegaardiani non ancora tradotti o saggi di rilievo di studiosi, teologi, filosofi anche del passato a lui dedicati.

Nel 1963, nel centocinquantesimo anniversario della nascita di Kierkegaard, per commemorarlo è uscito in Francia un volume: Kierkegaard vivant, che raccoglieva i contributi dei maggiori interpreti dello scrittore danese o di filosofi “esistenzialisti” allora operanti. Nell’Allocution, René Maheu chiariva lo scopo del libro in questi termini: “Noi vorremmo veder schizzare un bilancio dell’influenza che l’opera di Kierkegaard esercita sulla filosofia contemporanea: in breve, evidenziare i tratti di Kierkegaard vivente nella nostra vita” (p. 11). A questa indicazione di Maheu si ispira la linea editoriale che Notabene ha inteso realizzare in questi anni. Così per il primo numero si è scelto un tema che sottolineasse complessivamente l’attualità e l’importanza dell’opera del filosofo danese nell’odierno dibattito culturale: Leggere oggi Kierkegaard (uscito nel 2000).

Ora se il primo quaderno di NotaBene evidenziava le tracce di Kierkegaard “vivo” soprattutto nella filosofia e nella teologia, i quaderni successivi, secondo e terzo, le hanno invece ricercate rispettivamente nella letteratura, il secondo, e nel cinema, il terzo. Kierkegaard è infatti non solo uno dei filosofi più rappresentativi del pensiero moderno, ma anche il pensatore che, con Nietzsche, grazie alla sua scrittura particolare, al confine tra il letterario e il filosofico, ha esercitato la più ampia influenza sulla letteratura, la pittura, la musica, il cinema.

È sufficiente scorrere l’indice del secondo numero di NotaBene. Kierkegaard e la letteratura, per comprendere quanto sia stata profonda e capillare l’influenza del filosofo danese sulla letteratura europea moderna. Scontata, forse, per la letteratura nordica, che nel pensiero di Kierkegaard sembra trovare un imprescindibile, quasi obbligato punto di riferimento ( si pensi ad autori quali Ibsen e Strindberg ), essa si rivela feconda, oltre i confini scandinavi, sia per la letteratura tedesca sia per quella francese, che sembrano spesso tradurre nella loro lingua tesi e stile della sua filosofia dell’esistenza. Caso emblematico di quest’opera di trasposizione e rielaborazione sono le parabole, pregne di filosofia kierkegaardiana, dell’ebreo-tedesco Kafka, in cui già Adorno individuava uno dei più acuti “discepoli” del pensatore danese.

Il terzo numero di NotaBene indaga invece la varia e feconda recezione dell’opera kierkegaardiana nella cosiddetta “ottava arte”, il cinema. A nessuno tra gli studiosi italiani del filosofo danese era mai venuto in mente di trattare specificamente questo tema, eppure Kierkegaard ha esercitato un’ influenza profonda sul cinema. Cineasti di grande valore, quali Dreyer, Bergman, Lars Von Trier, Woody Allen, come mostrano in questo numero i contributi di Iiritano, Forte, Brandalise, Fioravanti, Rasmussen, Bonagiuso, hanno tratto spunto, direttamente o indirettamente, dal pensiero kierkegaardiano per la loro produzione, che risulta pertanto incomprensibile o peggio rischia di venir fraintesa senza questo riferimento.

Il quarto numero di NotaBene. L’edificante in Kierkegaard, si discosta in parte dalla linea editoriale scelta dalla rivista. Questo volume raccoglie infatti gli atti dell’importante convegno che nel 2002 la Società Italiana per gli Studi Kierkegaardiani ha organizzato presso il monastero di Bose (interventi di Melchiorre, Regina, Gallas, Garaventa, Rizzacasa, Cerasi nella sezione “Contributi”; Tilliette, Adinolfi, Berardini, Löwith, Corbin, Jézéquel nella sezione “Materiali”).

Il quinto e il sesto numero riprendono invece il progetto complessivo di Notabene, in quanto sono dedicati rispettivamente all’esplorazione del rapporto di Kierkegaard con la psicologia, il quinto, e al rapporto del filosofo danese con la musica, il sesto.

Isabella Adinolfi

(Direttrice di NotaBene)